La procura federale brasiliana ha bloccato la decisione dell’agenzia Iphan, che aveva autorizzato la costruzione di una nuova funivia che dovrebbe collegare il Pan di Zucchero, l’iconica montagna che sovrasta Rio de Janeiro, con il Morro da Urca (collina di Urca), transitando alla velocità di 100 chilometri all’ora su un’area di foresta tropicale che è Patrimonio Unesco.
L’ annuncio , delle scorse ore, segue di poco un’ondata di proteste che nella metropoli brasiliana aveva coinvolto popolazione e organizzazioni ambientaliste a inizio primavera. Secondo i magistrati, Iphan, l’agenzia federale che risponde al ministero della Cultura di Brasilia ha autorizzato “illecitamente” il progetto, dopo che la costruzione era già stata avviata, nel settembre scorso.
Ora, sia Iphan che la compagnia responsabile della costruzione sono gli imputati di una causa civlie: dovranno pagare una sanzione di almeno 50 milioni di reais (circa 9,4 milioni di euro). I procuratori federali hanno dato alla compagnia una deadline di 60 giorni, entro i quali dovranno presentare un programma di lavori per la ristrutturazione delle aree danneggiate e la rimozione di ogni struttura e residuo nei siti di costruzione.
Come anche chi non lo ha mai visto sa, il Pan di Zucchero letteralmente sbuca dalle acque all’ingresso della baia di Rio. L’Unesco lo ha inserito nella lista World Heritage dal 2012, assieme alle altre montagne che circondano la baia. Ma già l’istituto del patrimonio brasiliano lo aveva designato monumento nazionale.
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Nel marzo scorso, la protesta di un paio di centinaia di persone ha attirato l’attenzione anche internazionale sulla costruzione in atto di una ulteriore funivia, finalizzata a incrementare ancora il fenomeno del turismo: il progetto avrebbe avuto un impatto “inaccettabile” sull’ambiente.
Il nuovo impianto – a quattro linee d’acciaio – dovrebbe – o avrebbe dobuto – correre per 755 metri sopra la foresta che giace tra il Pan di Zucchero e la collina di Urca, alla ragguardevole velocità di 100 chilometri orari. L’inaugurazione era già stata fissata per la seconda metà dell’anno. In parallelo alla protesta, gli oppositori avevano pubblicato una petizione pro-blocco, che ha superato abbondantemente quota 10mila firme.
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Popolare sia tra gli alpinisti che tra i birdwatcher, con la sua ben conservata foresta pluviale atlantica a coprire e a proteggere un microambiente dove regna ancora la quiete, l’area rischiava di soccombere di fronte all’assalto di migliaia di turisti, del loro frastuono e di quello dei mezzi che avrebbero scivolato sui cavi di metallo a velocità considerevole. Il tutto ha scatenato il forte dissenso sia tra la popolazione locale che tra le organizzazioni ambientaliste dell’area, che hanno richiamato anche sulla possibile cancellazione del sito dalla Lista Unesco.
I magestrati hanno agito a seguito di una class action promossa da cittadini brasiliani che chiedevano appunto lo stop della costruzione, mirato alla tutela del patrimonio storico e culturale dell’area. Nella sua indagine, la procura federale ha poi accertato che la nuova linea “ha alterato il profilo originario dello skyline, in seguito a demolizione e a perforazione della roccia”.
Parque Bondinho (funivia) Pao de Açúcar, la società che gestisce gli impianti del Pan di Zucchero e che è dietro al progetto da oltre 9 milioni di euro ha dichiarato che i test di rumorosità avevano indicato che le emissioni sonore dell’impianto non sarebbero state percepite da sotto, e non avrebbero disturbato gli alpinisti. Ha aggiunto di aver chiesto e ottenuto i permessi per avviare il progetto sia dall’Istituto nazionale del patrimonio che dalle autorità municipali. Ha anche messo in discussione il fatto che la nuova linea possa incrementare il turismo, spiegando che lo scopo semmai era quello di “migliorare, nel pieno rispetto dell’integrazione con la natura circostante, l’esperienza dei turisti che arrivano, in modo che la visita al Parco della funivia del Pan di zucchero ancora più ammaliante e difficile da dimenticare”.
Gli oppositori hanno invece bollato il tutto come un “castello degli orrori”, adombrando il non infondato sospetto che la nuova funivia si potesse trasformare in una sorta di volano per futuri investimenti immobiliari.
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