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No al licenziamento fino all’anno di vita dei figli: quali sono i diritti dei papà sul lavoro?

Nel primo anno di vita dei loro figli i neo papà non possono essere licenziati. Questa tutela è un’estensione del divieto di licenziamento che riguarda le mamme ed è già presente dal decreto legislativo del governo Draghi del 2022. Ora una circolare dell’Inps spiega i dettagli della gestione della disoccupazione e dei tempi dei licenziamenti dei padri.

«La prestazione di disoccupazione NASpI spetta anche al padre che si è dimesso, entro il primo anno di vita del bambino, dopo aver fruito del congedo di paternità obbligatorio» dice la circolare ricordando che il decreto del governo Draghi, oltre al congedo di paternità obbligatorio, ha esteso il divieto di licenziamento al lavoratore che ha fruito del congedo. Queste le regole per i papà al lavoro:

Congedo obbligatorio

Il congedo obbligatorio per i padri è di dieci giorni lavorativi, non frazionabili a ore, da utilizzarsi anche in via non continuativa dai due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi. In caso di parto plurimo, la durata del congedo è aumentata a venti giorni lavorativi. Se ne ha diritto anche in caso di adozione e affidamento. Durante il congedo, il padre ha diritto a un’indennità del 100% della sua retribuzione.

Entrambi i genitori dal 2023 potranno usufruire di 1 mese in più di congedo parentale facoltativo, retribuito all’80% dello stipendio (e non al 30% come il congedo facoltativo).  Può essere usato da uno dei due genitori indifferentemente, entro il sesto anno di vita del bambino. Il diritto all’astensione spetta alla madre o al padre nei primi 12 anni di età del bambino per un periodo massimo complessivo di 10 mesi, che possono arrivare a 11 quando il padre lavoratore fruisca di un congedo anche frazionato non inferiore a 3 mesi. Il padre ha diritto per un periodo massimo di 3 mesi, non trasferibili alla madre, a cui può aggiungere altri 3 mesi, se non utilizzati dalla madre. 

Oltre a questo il padre può avere il congedo alternativo in questi casi: la morte e la grave infermità della madre, l’abbandono del minore da parte della madre o l’affidamento esclusivo del figlio al padre.

Divieto di licenziamento

Per i padri si applica la stessa regola delle madri. «Le lavoratrici non possono essere licenziate dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro previsti dal Capo III, nonché fino al compimento di un anno di età del bambino». Per i papà c’è la stessa indicazione, fino al compimento di un anno del bambino e per tutta la durata del congedo di paternità. Il divieto di licenziamento, già prevista per il padre che usava il congedo di paternità alternativo, viene estesa al caso di fruizione del nuovo congedo di paternità obbligatorio.

Dimissioni

Come le madri, anche i padri possono dare le dimissioni volontarie durante il periodo per cui è previsto il divieto di licenziamento. Lavoratrici e lavoratori hanno diritto alle indennità di licenziamento e non sono tenuti a dare il preavviso. 

Malattia

La madre o in alternativa il padre hanno diritto di astenersi dalla prestazione lavorativa senza retribuzione in caso di malattia del figlio. Al di sotto dei tre anni del bambino per tutta la durata a della malattia. Dai tre agli otto anni per massimo cinque giorni all’anno. Il permesso per malattia del bambino può sospendere il periodo di congedo parentale.

Smart Working

Per avere lo smart working è necessario un accordo tra datore di lavoro e dipendente su tempi e modalità. Fino al 30 giugno 2023 per i genitori con figli con età inferiore a 14 anni c’è lo smart working a queste condizioni: che l’altro genitore non sia a casa e che le mansioni siano compatibili con il lavoro a distanza. Non ci sono limitazioni per i lavoratori fragili.\

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