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Sorpresa: arriva una buona notizia dalla 114esima Milano-Sanremo, splendidamente vinta dall’olandese Mathieu Van Der Poel, davanti al nostro Filppo Ganna, al belga Wout Van Aert e al super favorito Tadej Pogacar. Certo la stilettata che ha permesso all’olandese, nipote del celeberrimo Raymond Poulidor, di staccare alla fine del Poggio i suoi avversari, e di precederli al traguardo con una manciata di secondi, va inserita nella prestigiosa galleria dei capolavori di questa classica. Van Der Poel, già vincitore di 2 Giri delle Fiandre, non si scopre oggi, però conquistare la Sanremo, davanti a una compagnia così prestigiosa, è un qualcosa di speciale che nobilita la carriera di qualsiasi campione.
Ganna super
La buona notizia però è un altra: ed è il secondo posto di Filippo Ganna, un nuovo Ganna, perfetto nel restare coi migliori fino all’allungo vincente dell’olandese. Ma anche in questo frangente, con Pogacar e Van Aert, visibilmente in difficoltà, il nostro recordman dell’ora ha proseguito nell’inseguimento di Van Der Poel tenendo bene in discesa e precedendo il belga e lo sloveno nello sprint finale. Un ottimo risultato, quello di Ganna, che conferma le sue grandi qualità e che fosse gli darà una spinta nella sua definitiva crescita.
Il Poggio non è lo Stelvio, però tenere il passo di fuoriclasse come Pogacar e Wan Aert vuol dire che Pippo può fare il grande salto che da lui tutti ormai si aspettano: quello di non essere solo un gigante della pista e del cronometro, ma di poter dira la sua anche sulla strada, nelle grandi classiche, in particolare quelle del Nord che partiranno tra una quindicina di giorni. “Sì, sono contento ” ha detto Ganna con quel suo modo low profile di commentare le sue imprese. “Sono contento perchè sul Poggio ero ancora fresco, e forse avrei perfino potuto osare di più. Peccato, ogni lasciata è persa… Ora comunque mi concentro sulle classiche del Nord. Di sicuro farò la Roubaix, poi vediamo…” Che dire? Se si fosse accontentato del secondo posto, Ganna non sarebbe un campione. Invece dietro questa sua delusione c’è proprio la voglia matta d ributtarsi nella mischia. L’orgoglio del campione.
Insomma, dopo aver dominato crono e pista, forse questa è la volta buona. Ganna, che è nato a Verbania il 25 luglio 196, ha 26 anni, un’età perfetta per provare a cimentarsi ad alto livello nelle classiche di un giorno, Iridato in strada e sulla pista, con sei tappe al Giro d’Italia, può trovare una nuova dimensione che gli permetta di acquisire un ruolo più carismatico all’interno della Ineos, il potente team inglese. Orfani di Nibali, e al momento senza nuovi giovani di peso all’orizzonte, il ciclismo italiano ha un enorme bisogno di trovare un nuovo punto di riferimento che faccia da traino al nostro movimento.
L’attimo fuggente
Tornando alla stoccata di Van Der Poel, nipote di quel Poulidor che trionfò in Rivera nel 1961, bisogna dire che ha sorpreso davvero tutti. La sua azione infatti è arrivata proprio nel momento in cui si pensava che partisse Pogacar. Invece lo sloveno, che nella prima parte del Poggio aveva fatto lavorare il compagno Wellens, ha perso l’attimo fuggente, quasi avesse bisogno di rifiatare prima di provare l’allungo. In quell’attimo galeotto, l’olandese ha preso il volo guadagando una decina di secondi che poi ha conservato nella picchiata verso via Roma. Van Der Poel, che ha vinto anche un mondiale di ciclocross, è ora al top. «Sono veramente felice: conquistare la Sanremo è una gioia speciale perchè è una corsa diversa da tutte».
Quasi cinque milioni di stipendio, 41 vittorie complessive su strada, Mathieu rappresenta bene nel suo modo di correre il ciclismo attuale, più spigliato, spettacolare, sempre pronto a dar battaglia. Il suo vero rivale, che un po’ rosica per il terzo posto, è Van Aert, con il quale si è sfidato fino all’ultimo anche nel ciclocross.
Lo sconfitto: Pogacar
Lo sconfitto di questa Sanremo, per dirla tutta, è Tadej Pogacar, cannibale sloveno meno affamato del solito. In questa stagione, in 13 giorni aveva vinto nove volte, compresa la Parigi-Nizza dove aveva dominato asfaltando la concorrenza. Era quindi molto atteso, sicuramente il favorito numero uno. Ma la Sanremo è una corsa strana, una corsa magica, con quel suo suo finale che, sparigliando tutto, dice sempre la verità,

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