Il Cile ha avvisato che è stato costretto ad abbattere 40mila polli a causa dell’influenza aviaria, ma che questo dato non intacca comunque il suo patrimonio avicolo costituito da 30 milioni di animali.
Il Cile ha fatto sapere di aver dovuto abbattere 40mila polli dopo che nel paese è stato segnalato e accertato il primo caso di influenza aviaria in un allevamento industriale. Carlos Orellana, a capo della sezione protezione bestiame dell’agenzia cilena SAG per l’agricoltura e il bestiame, ha spiegato che si tratta di un evento limitato e che le autorità non hanno rilevato altri casi nell’area circostante.
Il Cile costretto ad abbattere 40mila polli a causa dell’influenza aviaria
Orellana ha sottolineato che si è trattato di un evento molto limitato. Inoltre la continua sorveglianza delle zone adiacenti all’allevamento in questione continua a dare esiti negativi. Ha poi aggiunto che gli uccelli abbattuti rappresentano una piccolissima parte del patrimonio avicolo del Cile, stimato sui 30 milioni di animali.
Orellana ha poi concluso dicendo che sperano di riuscire a contenere questa situazione e che il Cile riacquisti preso il suo status di paese libero dal ceppo altamente patogeno di influenza aviaria. Gli auguriamo che sia così, ma visto come sta andando l’epidemia mondiale di influenza aviaria è strano che un caso del genere rimanga isolato.
Il focolaio in questione è stato rilevato lunedì scorso in un allevamento appartenente al produttore di carne Agrosuper, a Rancagua, nel Cile centrale. Alla luce di tale caso, ecco che il governo ha deciso di sospendere le esportazioni di pollo per un periodo di 28 giorni.
In realtà è dalla fine dello scorso anno che in Cile vengono registrati casi di influenza aviaria, ma per lo più erano stati segnalati a carico di animali selvatici. Questo è dunque il primo caso del Cile in un allevamento, mentre la vicina Argentina ha segnalato il primo caso in allevamento il mese scorso, costringendo il paese a sospendere tutte le esportazioni di prodotti avicoli.
Diciamolo sottovoce, ma il Brasile, il più grande esportatore di polli al mondo, per ora rimane libero dall’influenza aviaria, anche se sta comunque indagando su alcuni casi sospetti. A causa di tutto ciò, ecco che le autorità sanitarie sudamericane hanno deciso di creare un comitato tecnico regionale per fronteggiare i vari focolai di influenza aviaria.
Intanto Ximena Aguilera, ministro della Salute del Cile ha ricordato che hanno avuto casi di influenza aviaria nei mammiferi marini, ma mai nessun caso di trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, a titolo precauzionale, il ministero sta tenendo sotto stretta osservazione i lavoratori e le persone che potrebbero essere stati esposti al virus.
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