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Antartide, record di una nave italiana: mai nessuna era scesa così a sud

“Ora siamo a meno 2. La temperatura normale in questa zona dell’Antartide è meno 15”. Franco Coren, se non infreddolito è di sicuro stanco, a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi. Con i suoi 78 gradi di latitudine sud lo scafo rosso fuoco di proprietà dell’Osservatorio geofisico sperimentale di Trieste (Ogs) ha raggiunto il punto più meridionale mai toccato da una nave, in quella baia delle Balene, nel mare di Ross, che si raggiunge partendo dalla Nuova Zelanda e tenendo la bussola fissa a 180 gradi.

Coren, che dirige il centro di gestione infrastrutture navali dell’Ogs, è orgoglioso dell’imbarcazione da ricerca che ha selezionato personalmente nel 2019 e che è salpata per questa missione il 5 gennaio. “L’anno scorso era stata la nave francese Charcot a toccare il record. Quest’anno noi siamo scesi ulteriormente”.

La Laura Bassi in questo momento nella Baia delle Balene

La Laura Bassi in questo momento nella Baia delle Balene 

La Laura Bassi, 80 metri di lunghezza, timonata dal taciturno capitano Franco Sedmak, lupo di mare di Trieste, ha superato anche la storica missione dell’Endurance, il cui capitano Ernest Shackleton il 22 febbraio 1915 annotava sul diario di bordo: “Raggiunta la posizione più a sud, a 77 gradi. Il ghiaccio ora inizia a trascinarci verso nord”. Certo, riflette Coren, “all’epoca si andava a vela, e gli scafi erano di legno”.

Il ruolo del riscaldamento climatico

Il record è forse una buona notizia per una nave, ma di sicuro non lo è per il pianeta. “Sono stato in Antartide per la prima volta trent’anni fa” racconta Coren. “La temperatura alta potrebbe essere una circostanza meteorologica particolare, ma anche i miei colleghi fanno fatica a ricordare un mare così scuro e privo di ghiacci. La sensazione netta è che in Antartide ci sia un cambiamento in atto”.

In un’estate polare che finisce per essere più mite di molte notti italiane, la natura prospera. “Attorno alla nave volano skua e petrelle. Vediamo tantissime foche e cetacei di tutti i tipi, varie specie di balene e orche che attaccano i pinguini”. Anche la parte scientifica della missione va a gonfie vele. I campionamenti delle acque del Mare di Ross, sempre grazie alla mancanza di ghiaccio, sono stati fruttuosi, con larve e giovani esemplari di molte specie di pesci, alcune osservate raramente da queste parti.

La larva del pesce antartico Pagetopsis ottenuta da un campionamento dell'acqua

La larva del pesce antartico Pagetopsis ottenuta da un campionamento dell’acqua 

La natura al Polo Sud

“La presenza di elevate masse di alghe unicellulari – spiega l’Ogs in una sintesi del progetto di ricerca chiamato Bioclever, condotto insieme al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) – denota un’elevata produzione primaria”. E’ il primo anello della catena alimentare del Polo Sud, che per il momento si mantiene ricco e non sembra soffrire dei cambiamenti.

La Laura Bassi, 46 persone a bordo, fra qualche giorno attraccherà sulla banchisa del Mare di Ross, dove si trova la base antartica italiana Mario Zucchelli, per poi salpare per un secondo turno di esplorazione fino a metà marzo. “Siamo stanchi” ammette Coren. “Abbiamo lavorato ben oltre i nostri turni, a discapito del sonno, ma con ottimi risultati”.

La nave gioiello della scienza italiana sta portando avanti la 38esima missione del Progetto nazionale di ricerche in Antartide, che vede l’Enea capofila per la parte logistica, il Cnr per quella scientifica e l’Ogs responsabile della Laura Bassi. Oltre alla vita nell’Oceano antartico, sta mappando il fondale, finora inesplorato, e misurando le correnti.

“La sensazione che abbiamo – racconta Coren – è comunque di essere intrusi. Per questo cerchiamo di muoverci in punta di piedi, in questa parte del mondo in cui la natura vive indisturbata”. La Laura Bassi usa degli accorgimenti obbligatori per chi naviga in Antartide: “Non abbiamo antivegetativi sulla chiglia, usiamo gasolio pressoché privo di zolfo, riportiamo a terra ogni tipo di scarto prodotto a bordo” elenca Coren. “Spesso anzi troviamo rifiuti lasciati dai pescherecci. Sapevamo di una boa alla deriva nel mare di Ross e abbiamo speso due giorni di navigazione per andarla a riprendere”.

 

 

 

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