venerdì, Marzo 24, 2023
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Onde, foreste, rum e dimore storiche: esperienze e luoghi per scoprire Barbados

3 – Le passeggiate

River Bay

Una volta posate le valige sulla costa orientale od occidentale, si può procedere all’esplorazione dell’isola anche a piedi. A Turner’s Hall, nella parrocchia di St. Andrew, (il primo livello di suddivisione territoriale dell’isola è composto da 11 parrocchie, appunto) si conserva l’unico lembo di foresta tropicale non convertito alla causa della canna da zucchero, che conta una grande varietà di piante endemiche. Lungo la ravina detta The Whim, nei pressi di St. Peter, il Barbados National Trust ha ripristinato, in partenza da Speightstown, un antico sentiero per passeggiate guidate di interesse storico e naturalistico. Ci sono sentieri che conducono a Cove Bay, sulla costa nordorientale; anche a Chalk Mountain, in altura, sempre nella porzione nordorientale dell’isola, e lungo la costa da Barclays Park fino alla spiaggia di Cattlewash. A sud, la meta ricercata dagli amanti delle passeggiate è il Silver Sand Trail, costiero.

4 – Il rum

Foursquare Rum Factory & Heritage Park

Nei tour guidati della Foursquare Rum Factory & Heritage Park nella parrocchia di St. Philip e la distilleria Mount Gay in quella di St. Michael si scoprono piccole chicche: che il rum barbadiano si ottiene a partire dalla melassa e non direttamente dal succo della canna da zucchero. Il processo più delicato della lavorazione, quello che determina la qualità del distillato, è la miscelazione del prodotto della prima distillazione con quello della seconda, un’operazione controllata dal Master Blender. Le botti per l’invecchiamento provengono dallo stato americano del Kentucky, qui spedite dopo essere state usate per almeno quattro anni per l’invecchiamento del bourbon. Il periodo ideale di maturazione del rum di Barbados è di 10-15 anni. Un’ulteriore curiosità: l’anidride carbonica prodotta dalla combustione della bagassa, residuo della spremitura della canna da zucchero, è oggetto di un fiorente mercato con la Pepsi e la Coca Cola.

5 – Il lascito coloniale

Per 350 anni Barbados è stata colonia di Sua Maestà: dal 1966 è Stato indipendente nell’ambito del Commonwealth, e dal novembre 2021 una Repubblica parlamentare. ma tre secoli e mezzo fa, rasa al suolo la foresta indigena, il paesaggio venne addomesticato con piantagioni di canna da zucchero e tagliato da un reticolo di fitte strade. Plantation houses costruite in posizione elevata, mulini a vento per la spremitura della canna e chattel houses –modeste casette apparse dopo l’abolizione della schiavitù – disegnarono un paesaggio ormai antropizzato. Con Porto Rico, Barbados è stata tra le prime, ai Caraibi, ad accorgersi dello stato di abbandono del suo patrimonio coloniale: un’eredità di circa 500 plantation house e altrettanti mulini di pietra abbandonati per anni all’azione divorante dell’umidità. Lasciare morire le tracce del passato è stato un male necessario, per un periodo a far sfumare il doloroso fantasma della schiavitù.

Sunbury Plantation House

L’inversione di tendenza è arrivata con la fondazione del Bardados National Trust, che nel 1961 comincia ad acquisire e a recuperare siti, dimore e spazi verdi. Tra le dimore più interessanti ci sono la Sunbury Plantation House, St. Nicholas Abbey e Francia Plantation (adesso una scuola privata), caratterizzate dalla presenza di muri di calcare e madrepore (nella maggior parte delle isole caraibiche, di origine vulcanica e con una più fitta foresta tropicale, si costruiva invece con il tronco della palma reale): edifici in stile Georgiano o Vittoriano, “creolizzati” da parapetti e porticati, indice dell’adattamento al clima dei Tropici. Delle tre, la dimora di St. Nicholas è forse la più peculiare: l’esistenza di due camini, assolutamente inutili a queste temperature, rivela la cieca aderenza agli originari progetti inglesi. L’aspetto a gradoni della facciata evidenzia invece chiare influenze olandesi: furono infatti i mercanti dei Paesi Bassi a introdurre sull’isola la canna da zucchero. Affidato alla gestione del National Trust è il Morgan Lewis Sugar Mill, del 1770, il più antico mulino di spremitura di canna da zucchero che si conservi intatto e funzionante in tutti i Caraibi. Altro piccolo gioiello del Trust è il Tyrol Cot Heritage Village, una dimora coloniale a 2 km a nord di Bridgetown con intorno repliche di chattel house realmente esistite: piccole case mobili costruite dagli ex-schiavi su terreni di cui non avevano il titolo di proprietà. Con i listelli di pino americano, persiane di legno per la ventilazione dei locali, tetti spioventi e piccoli porticati decorati, chattel house riproponeva con mezzi più modesti la simmetria architettonica delle grandi plantation house.

6 – Il resort Sandy Lane

Sandy Lane Resort

Sta a Barbados come il Mamounia sta a Marrakech: il più leggendario resort dell’isola, il preferito da Luciano Pavarotti, è stato interamente demolito un paio di decenni fa. Dalle sue ceneri e con un investimento di 130 milioni di dollari è nato il nuovo Sandy Lane: un resort che, non contento di godere della reputazione del miglior albergo di Barbados, si prefiggeva di diventare il primo nei Caraibi, con 120 camere arredate con il criterio del “minimalismo tropicale”, 3 campi da golf, una club house-ristorante ricavata in una vecchia dimora coloniale, una Spa con 16 sale di trattamenti e 4 piscine. Da vedere.

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