«Sono sopravvissuto, non so come. Ero al centro sul sedile posteriore: i corpi dei miei amici mi hanno protetto». Sono queste le prime parole con cui Leonardo Chiapparelli, unico sopravvissuto allo schianto di via Nomentana a Roma, ha ricordato quei terribili momenti. Le riferisce il padre Giuseppe a Repubblica. Insieme agli amici di sempre, quelli con cui era cresciuto a Fonte Nuova, a Roma, Leonardo era uscito per festeggiare il compleanno di Flavia, 17 anni, tra le cinque vittime dello schianto. Con loro c’erano Valerio Di Paolo, alla guida dell’auto, Alessio Guerrieri e Simone Ramazzotti, questi ultimi due erano cugini, che avevano fra 21 e 22 anni, Giulia Sclavo, 17 anni come Flavia Troisi. Sono tutti morti sul colpo.
«Una roulette russa. Perché io?», chiede Leonardo a suo padre Giuseppe, da cui ha appreso la notizia. È stato lui a dovergli comunicare che i suoi amici non ci sono più e lui è l’unico a stare bene, almeno fisicamente. «Le prime notizie erano spaventose. Siamo corsi qui, per fortuna il nostro cucciolo è salvo» ha raccontato un’amica di famiglia. «Abbiamo potuto salutarlo, ma senza disturbarlo troppo perché deve riposare. Ci hanno detto che presto potrà uscire. Gli altri non ce l’hanno fatta, mamma mia che tragedia».
Secondo la prima ricostruzione fatta dai Carabinieri, la Cinquecento andava in direzione Roma e si è ribaltata, probabilmente perché il conducente ha perso il controllo, da accertare se per l’alta velocità. È finita contro un palo della luce, avrebbe colpito anche un albero e una fioriera. La procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, per ora l’indagine è a carico di ignoti.
«Leonardo è vivo, ma stanotte ho perso cinque figli», commenta papà Giuseppe. «Perché sono cresciuti tutti insieme. Si volevano bene, erano come fratelli. Stavano spesso da noi. Non posso pensare al dolore dei genitori. Non si può morire così».
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