Oltre 5.000 km sotto i nostri piedi si trova il nucleo interno terrestre, una palla densa e solida con un raggio di circa 1.200 km composta principalmente di ferro. Fino a oggi molti scienziati ritenevano che il centro della Terra ruotasse a una velocità decisamente maggiore rispetto al resto del Pianeta: uno studio pubblicato su Nature Geoscience, però, sostiene che dal 2009 la rotazione avrebbe rallentato, e che il nucleo sarebbe sul punto di iniziare a ruotare più lentamente del mantello. La questione, però, è complessa, e non mette tutti d’accordo.
© elab. focus.it

Viaggio al centro della Terra. Il nostro Pianeta è composto, dall’esterno verso l’interno, dalla crosta, che raggiunge i 70 km di profondità, dal mantello (fino ai 2.900 km) e dal nucleo, che a sua volta si suddivide in nucleo esterno liquido e nucleo interno solido.
Quel che sappiamo sulle profondità terrestri non deriva dallo studio di campioni raccolti direttamente a migliaia di chilometri sotto i nostri piedi (al massimo abbiamo raggiunto quasi 13 km con il pozzo superprofondo di Kola, in Russia), ma dall’analisi di magma e onde sismiche.
Rotazione veloce. È proprio studiando i tempi di percorrenza delle onde sismiche che a metà degli anni Novanta Xiaodong Song, uno degli autori del nuovo studio, aveva teorizzato insieme ad altri colleghi che il nucleo interno della Terra ruotasse a una velocità maggiore rispetto al mantello, stimata recentemente in 1/10 di grado in più all’anno.
Alcuni scienziati non sono d’accordo, e sostengono che la “super rotazione” non esista, e che le differenze nei tempi di percorrenza delle onde sismiche siano dovute ai cambiamenti fisici nella superficie del nucleo interno.
Rallentamenti in corso. Lo studio di Nature Geoscience ha analizzato i terremoti dal 1995 al 2021, e scoperto che la super rotazione del nucleo interno avrebbe iniziato a rallentare attorno al 2009, e potrebbe ora essere inferiore a quella del mantello.
Se così fosse, starebbe probabilmente accadendo qualcosa alle forze magnetiche e gravitazionali che guidano la rotazione del nucleo interno, e tali cambiamenti potrebbero portare a fenomeni geofisici più ampi, come un aumento o una diminuzione della lunghezza delle giornate terrestri.
AL PROSSIMO TERREMOTO. Per ora, però, non ci sono certezze: per saperne di più dovremo aspettare nuovi terremoti perché, come spiegano i ricercatori, «per monitorare i movimenti al centro del Pianeta è fondamentale registrare a lungo i dati sismici».
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