La rapper Doja Cat si è presentata allo show di Schiaparelli con un make-up composto da 30.000 cristalli
La Parigi Fashion Week continua a stupire. Dopo Saint Laurent, è il turno della sfilata haute couture di Schiaparelli, che ha presentato una collezione ispirata all’Inferno di Dante, ha lasciato tutti senza fiato. E i riflettori in particolare si sono concentrati su Doja Cat, apparsa come ospite d’onore con un outfit sbalorditivo, rosso e “diabolico”. Il look prevedeva bustino in seta, gonna ricoperta di perline in legno laccato e stivali interamente rossi, ma soprattutto una maschera di cristalli cremisi scintillanti su viso, braccia e décolleté. Il look di Doja Cat è frutto di oltre 30.000 Swarovski applicati a mano durante una sessione di make-up di cinque ore.
Doja Cat e il look di cristalli Svarovski
La make-up artist che si è occupata della realizzazione dello straordinario look è Pat McGrath, che ha condiviso un video in timelapse per documentare le cinque ore di trucco necessarie.
Il look è stato ribattezzato dalla stessa artista “Doja’s Inferno”, in perfetta linea con il tema della sfilata di Schiaparelli ispirata all’opera di Dante Alighieri. Doja Cat ha presentato la sua scultura vivente di cristalli preziosi che è una vera e propria rivoluzione nel mondo del make-up. Il look di Doja, infatti, consacra una tendenza già emersa nelle scorse sfilate, e abbracciata dall’Haute Couture: gioielli, brillanti e accessori 3D per il viso sono il nuovo make-up.
La sfilata di Schiaparelli omaggia Dante
Lo show di Schiaparelli alla Parigi Fashion Week ha emozionato e lasciato a bocca aperta pubblico e addetti ai lavori. La collezione, firmata dal designer Daniel Roseberry, ha voluto omaggiare l’Inferno di Dante portando in passerella look ispirati alla Commedia. E oltre a Doja Cat, c’erano altri nomi molto importanti: Irina Shayk, Naomi Campbell e Shalom Harlow hanno sfilato con abiti con teste rispettivamente di leone, lupa e leopardo. E in prima fila anche Kylie Jenner indossava un’esclusiva creazione di Roseberry, anche questa con la testa di leone. Le tre fiere ricoprono un ruolo importante all’inizio dell’Inferno di Dante, quando il poeta si trova perso nella selva oscura, e rappresentano tre vizi capitali.
Dante Alighieri
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